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Fulvio Bondi & Marcello Canovaro Architetti Associati 
                                                                 
                                                                                                                                                                   
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Temi - Aggiornare i codici >> HAB urb (habitat urbano)

HAB Urb (habitat urbano)

“Noi abbiamo sempre più bisogno di politiche olistiche e di una strategia coordinata ......Dobbiamo anche assicurare che quelli che lavorano alla diffusione di queste politiche a tutti i livelli acquisiscano capacità e professionalità adeguate per sviluppare le città come comunità sostenibili”
 
Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili   2007
 
Qualità urbana.
Da coketown del primo ottocento alla migrazione sud-nord italiana degli anni 60 del 20° secolo, cultura e scienza si sono misurate sulla soluzione del problema urbano. La ricerca ha accompagnato tutta l'epoca della modernità, costituendone una delle strutture culturali più forti: alla base del welfare novecentesco stavano anche la politica della casa e l'organizzazione dei servizi urbani.
Il calo demografico e lo sviluppo economico hanno poi cambiato di segno, senza risolverli, gli effetti manifestatisi nel 19° e parte del 20°secolo.
 
Fenomeno globale.
Il fenomeno dell'inurbamento è globale e non è indifferente, per gli europei, il modo in cui molti paesi affrontano il problema dell'habitat delle città.
L'inurbamento di centinaia di milioni di persone, la loro migrazione , la conseguente crescita di megalopoli smisurate, è un problema che, inevitabilmente, ci coinvolge non solo dal punto di vista culturale o umanitario.
C'è bisogno di un più alto livello di ricerca per comprendere le conseguenze economiche, l'impatto ambientale, il degrado e l'instabilità sociale che ne derivano. Quali siano gli effetti positivi sullo sviluppo di certi paesi. Quali invece quelli che si proiettano negativamente, con ulteriori spostamenti e migrazioni globali.
Anche le nostre città sono interessate da questo fenomeno globale, iniziato in altre parti del mondo. Ad esso deve applicarsi un processo di inclusione, necessario per comprenderlo nelle politiche di trasformazione delle nostre città.
            Per cogliere quest'obiettivo, a nostro parere è necessario:
-       assumere la rilevanza del problema;
-       costruire un metodo processuale su basi relazionali e partecipative, comprensivo di residenti e migranti, con tipologie di intervento differenziate, adattabili e contrattuali.
 
Nuovi strumenti.
A tale scopo una nuova generazione di piani di trasformazione urbana dovrebbe tener conto di queste esigenze e rappresentare occasione di approfondimento culturale e impegno professionale.
Le acquisizioni divenute operative sono numerose: consumo energetico, rumore, inquinamento, prestazioni sostenibili.
Nei programmi di trasformazione urbana resta però da sviluppare una comprensione integrata degli elementi di sostenibilità.
 
Programmazione integrata.
Una vera programmazione integrata obbliga a riconsiderare complessivamente vari aspetti:
-       pianificazione partecipata da tutti gli stakeholders; 
-       mobilità sostenibile a servizio delle aree urbane;
-       dotazione di servizi considerata non solo come minimo inderogabile, ma tendenzialmente accrescibile, sulla base di raggi di influenza credibili e partecipati;
-       valutazione integrata ex-ante, in parallelo alla redazione di piani e programmi.
Devono coesistere e integrarsi due due visioni: quella della città come spazio delle relazioni umane/sociali e quella della città come soggetto di impatto (asimmetrico) sull'ambiente naturale.
Sull'habitat urbano occorre quindi aggiornare il nostro codice interpretativo.
Per farlo, occorre che la cultura professionale acquisisca elementi scientifici e tecnici nuovi, ma riprenda, in termini attuali, anche grandi temi propri di altre epoche, riproposti oggi dalle vicende della globalizzazione.



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